“Una strada per il domani” è il titolo del Corso di formazione giovani del Movimento Diocesano di Fermo e Macerata svoltosi a Montefalcone Appennino dal 30 giugno al 6 luglio 2013. Vi hanno partecipato giovani delle due diocesi ed anche diversi giovani della nostra parrocchia. Ecco alcune impressioni scritte dai giovani a fine campo:
“In questi sei giorni ho sperimentato e vissuto l’amore di Dio, e messo a frutto le sue parole, per riuscire ad essere una persona nuova e diversa da quella che ero”.
“Questo camposcuola è stato il primo ma non sarà l’ultimo, questa esperienza mi rinnova sempre nel cuore e l’esperienza più bella è stata la veglia, anche quel giorno mi rimarrà per sempre nel cuore”.
“Come tutti gli anni si arriva a questo momento in continua tensione: «ci vado o non ci vado? Lo faccio per me o per gli altri del gruppetto? Ci credo?» . Non è facile capire cosa cambia in una settimana, dato che i concetti, le parole e ormai i ritmi del campo sono ben noti, assimilati, contemplati. Dio è Amore. Questo è il messaggio più chiaro del mondo, quello che è sempre il primo ad essere trattato nei temi, il primo ad essere dimenticato, sommerso da fronzoli impuri. Dio è Amore. Essere responsabile [cioè animatore del corso] mi ha dato la certezza di queste parole, la loro semplice potenza, la loro carica, la loro rivoluzionaria vocazione. Essere responsabile non vuol dire non vivere il campo, ma assorbirlo in maniera diversa. Insegna ad amare per primi, a dimenticare per far vincere l’Unità. Poche volte come in questi giorni ho sentito la forte diversità tra essere del mondo e nel mondo e devo ringraziare Gesù, e Gesù Abbandonato perché mi ha aperto gli occhi di nuovo, ancora una volta. Forse perché crescendo si riesce a contestualizzare meglio le situazioni e le difficoltà. Ora non penso che l’Ideale di Dio Amore sia utopico, ma posso rispondere a tutto quello che il mondo chiede.”
“Ho imparato a donarmi, ad amare ed essere amato”.
“Io sono partito per questo camposcuola principalmente per curiosità, perché spinto dalla motivazioni positive ed esperienze che il mio parroco mi ha raccontato. Arrivando qui ho incontrato persone che non avevo mai visto, ma altre che conoscevo solo di vista perché viste a scuola e in treno. La mia paura principale era quella di stare in un gruppetto con persone che non conoscevo ed essendo timido avevo paura di non riuscire a fare amicizia con nessuno. Invece ho scoperto che non era così: nel mio gruppetto ci sono persone che conosco bene, di vista e che non conoscevo per niente, e tra di noi si è creato un legame che non mi sarei mai aspettato. Già dalla prima sera abbiamo riso e scherzato, divertendoci e conoscendoci sempre di più. Durante questa esperienza sono successe molte cose; tra le più belle: conoscere molte persone nuove e rendendosi utile nel momento del bisogno durante l’escursione aiutando una ragazza che non riusciva a camminare. Ho imparato anche attraverso le testimonianze a i forum ad offrirmi e amare di più le persone e cercare sempre un modo per amare per primo, lasciando però che anche gli altri mi amino. Con questa esperienza mi riporto a casa un’esperienza ancora più grande mai vissuta e speri di poterla vivere più volte possibile”.
“Per me questa esperienza è una novità, che porterò fino alla mia parrocchia e con cuore conserverò quello che mi è stato detto riguardo questo camposcuola, ovvero che è un’esperienza che ti cambia la vita, avendola vissuta in prima persona”.
“Grazie Gesù perché arrivi sempre nel momento giusto. Questo campo, come tutte le esperienze inaspettate in cui mi sono immersa, si è rivelato scrigno della vera felicità che ti accorgi di possedere quando i tuoi muscoli facciali sono perennemente contratti in un sorriso senza una precisa provenienza. Ho ricevuto le precise risposte di cui avevo bisogno senza formulare alcuna domanda. Persone speciali mi hanno mostrato come amare concretamente. Adesso però non so come sdebitarmi con voi… dovrò inventare qualcosa!”
“Ho capito che Dio ci ama immensamente a prescindere dai nostri difetti; questa frase <Dio ci ama immensamente> è a dir poco sorprendente, in quanto non mi accorgo che anche se ognuno di noi ha dei difetti, Dio ama anche quelli, Dio ci ama anche quando sbagliamo e che ci aiuta a superare dubbi e paure.”
“Non volevo neanche partire per questo camposcuola ma alla fine, anche grazie ai miei responsabili che mi hanno spiegato che durante l’anno seguiamo un percorso che si conclude con il campo, ho pensato fosse giusto partire e vedere di cosa si trattasse. Ora, ormai alla fine, non sono per niente deluso di aver fatto questa scelta, perché un clima di gioia e felicità, ma soprattutto di Amore (intendendo per amore il fatto di non essere giudicati e di essere sostenuti dagli altri anche quando si sbaglia) non è facile poterlo rivivere a casa, dove la vita è completamente diversa ed è molto più difficile fare un atto di amore a qualcuno che non sia un familiare o un amico. Sono pronto a tornare a casa pieno di gioia e di vita per continuare ad amare tutti di quello che già facessi”.
“Sono partita per questo camposcuola con l’intenzione di riallacciare il rapporto con Dio che negli ultimi tempi è stato piuttosto difficile, se non assente. Ho conosciuto l’ideale di Dio-Amore in terza media con la scoperta dell’esperienza di Chiara Luce Badano, della quale ho assistito alla beatificazione. Da quel momento ho cercato di vivere con gioia e assiduità il rapporto con Dio, poiché ero rimasta stupefatta dal potere del suo amore. Voglio continuare a vivere nella luce dell’ideale e spero di riuscire sempre a trovare la forza di farlo”.
“Uno dei temi più belli, anche il più coinvolgente, è stato quello del farsi uno con gli altri, cioè vedere Dio nell’altro, stargli accanto sia nei momenti di gioia condividendo la felicità, sia nei momenti di dolore cercando di farlo sentire meglio e di non fargli pesare la situazione. Per fare questo bastano solo piccoli gesti che poi maturano in grandi opere di bene e il risultato di queste, immediato o non, colma il cuore”.
“Una grande rivelazione è stata per me l’invito ad attendere e a far festa a Gesù Abbandonato e mi sono sentita di definire questa scoperta come un’arma potente per affrontare la vita di ogni giorno, per affrontare e superare tutte le sofferenze e le croci che ci vengono messe davanti, perché in fondo Dio ci manda le sofferenze che siamo in gradi di sopportare e affrontare, ogni cosa è misurata dal Signore, basta fidarci, dopotutto Lui ci ama immensamente”.